In una società come la nostra, globale e multietnica, il bilinguismo nei bambini è sempre più frequente. Con questo termine si intende la capacità di parlare contemporaneamente due lingue. Quest’abilità comprende anche la capacità di adattare il proprio codice linguistico alle diverse situazioni, alternando le differenti lingue a seconda del contesto.
Possiamo individuare tre diversi tipi di bilinguismo nei bambini:
- simultaneo, quando il piccolo è esposto a due o più lingue fin dai primi giorni di vita, o comunque entro il primo anno;
- consecutivo, quando il bambino apprende una seconda lingua dopo aver acquisito già un buon livello di conoscenza della lingua madre;
- tardivo, quando il bambino apprende una seconda lingua dopo i 6-7 anni d’età.
I bambini esposti fin da piccoli a due o più lingue, apprendono in modo naturale e senza sforzo entrambi i codici linguistici!
Se è vero che, almeno inizialmente, il vocabolario di ciascuna lingua sarà più limitato, e addirittura le prime parole potranno arrivare in ritardo rispetto a un bambino che è esposto a una lingua sola, è anche vero però che, appena inizierà a parlare, il numero di vocaboli conosciuti sarà maggiore.
I bambini bilingue hanno enormi vantaggi. Infatti, crescere imparando più di una lingua:
- aiuta a conoscere in modo più consapevole e con sicurezza la struttura e il funzionamento del linguaggio;
- stimola lo sviluppo delle abilità di lettura, di scrittura e di comprensione;
- aiuta a capire che gli altri possono avere punti di vista diversi dal proprio. Adattare il codice linguistico corretto in ciascuna situazione comporta anche l’adattamento culturale che sta alla base di qualsiasi codice linguistico;
- migliora il controllo dell’attenzione e la capacità di eseguire più compiti contemporaneamente.
Alcuni studi inoltre dimostrano come il bilinguismo ritardi l’invecchiamento cerebrale.
Anna Biavati Smith