I risultati dello studio “Il valore imprescindibile di carta e penna nei processi di apprendimento”, presentato dalla Fondazione Luigi Einaudi
Le tecnologie digitali fanno ormai parte della nostra quotidianità. Di anno in anno si assiste a un continuo aumento del loro utilizzo in tutti gli ambiti delle nostre attività quotidiane, compresi i percorsi di apprendimento dei bambini. Le ultime ricerche statistiche evidenziano infatti come il 38% dei bambini al di sotto dei 2 anni ha già usato un dispositivo tecnologico, il 63% dei bambini sotto agli 8 anni utilizza smartphone e tablet più dei genitori e il 72% dei bambini di 8 anni maneggia abitualmente strumenti digitali come QUID+ ha già avuto modo di denunciare in Labirinti Digitali.
arallelamente molti esperti in materia, tra cui il neuropsichiatra tedesco Manfred Spitzer, hanno evidenziato come l’aumento dell’utilizzo dei device, a svantaggio dei metodi educativi tradizionali come la lettura su carta e la scrittura a mano, comporti l’indebolimento di alcune competenze fondamentali come la memoria, lo spirito critico e le capacità di attenzione e concentrazione. Lo studio “Il valore imprescindibile di carta e penna nei processi di apprendimento” presentato in Senato il 18 luglio del 2023 dall’Osservatorio Carta, Penna & Digitale della Fondazione Luigi Einaudi, raccoglie i risultati di molte ricerche internazionali che riguardano questo tema.
Eccovi una sintesi di quanto emerge.
Leggere su carta migliora la concentrazione e l’apprendimento
Tra le attività che più sono minacciate da questo ricorso massiccio alle tecnologie digitali figura sicuramente la lettura su carta.
Leggere su supporti cartacei comporta notevoli benefici:
- facilita una più profonda comprensione e assimilazione dei concetti;
- migliora l’attenzione e la concentrazione;
- sviluppa le abilità logiche, perché toccare con mano il libro, quando si legge o si studia, consente di capire a che punto siamo della lettura, quanto testo è già stato letto e quanto ancora rimane da leggere;
- coinvolge l’area frontale quella prefrontale del cervello, che risultano essenziali per lo sviluppo delle abilità di pensiero, di pianificazione e di attivazione della mobilità fine.
Viceversa la lettura su un supporto tecnologico coinvolge esclusivamente il sistema limbico del nostro cervello, ovvero quello più primitivo, legato all’istinto e alle emozioni e comporta un minore sviluppo delle abilità cognitive.
Quante volte vi sarà successo, leggendo su un tablet o su uno smartphone, di dover tornare a rileggere un passaggio già superato? Questa modalità di lettura viene definita “Grasshopper Mind” (“mente cavalletta”) e descrive il comportamento di saltare a intermittenza da un’informazione a un’altra senza riuscire a fissare un concetto nella propria mente. Si tratta di una tendenza tipica dei device tecnologici.
Attraverso la lettura di libri cartacei, invece, i bambini possono raggiungere una piena fluidità di lettura, intesa come attivazione di quel “pensiero profondo” che costituisce la base della massima comprensione di ciò che stanno leggendo. Il libro cartaceo resta quindi il medium sicuramente migliore da adottare con i bambini in fase di apprendimento della lettura.
Scrivere a mano è una “ginnastica” per il nostro cervello
La seconda attività minacciata dal ricorso massiccio alle tecnologie digitali è la scrittura manuale.
Scrivere a mano presenta notevoli benefici:
- permette di apprendere più velocemente le lettere e i segni grafici;
- migliora le capacità neurologiche, attivando una dozzina di aree del cervello;
- allena la manualità fine e le capacità motorie, dato che mobilita una trentina di muscoli e una ventina di articolazioni;
- agevola la concentrazione;
- migliora la comprensione e l’apprendimento profondo di ciò che stiamo scrivendo;
- permette di elaborare un pensiero ordinato;
- sviluppa l’emisfero sinistro del cervello, quello logico-lineare.
Al contrario, quando digitiamo su una tastiera o su uno schermo, alleniamo solo la reattività dei polpastrelli e delle dita (spesso di due sole dita!), che ovviamente attivano meno aree cerebrali rispetto a quando scriviamo a mano.
La scrittura manuale è un’attività motoria specializzata, che coinvolge buona parte del corpo. Quando premiamo la penna o la matita su un foglio si crea una serie di esperienze sensoriali che contribuisce ad accrescere la comprensione e l’assimilazione di ciò che scriviamo. La lettura istantanea delle lettere che tracciamo, l’ascolto del suono prodotto dalla penna, il rispetto delle righe e degli spazi che abbiamo a disposizione sul foglio sono tutte attività che agevolano la concentrazione e l’apprendimento profondo di quello che scriviamo. Inoltre scrivere a mano produce benefici sulla capacità di sintesi e sull’ortografia perché presuppone una vera e propria connessione tra la parola pensata e quella scritta, che non è possibile raggiungere quando si digitano dei tasti su una tastiera o su uno schermo. Non a caso Maria Montessori diceva che “la mano è l’organo dell’intelligenza”. Queste competenze vengono affinate ancora di più quando si scrive in corsivo, come approfondiamo in questo articolo (link ad articolo su scrittura in corsivo).
Conclusioni
Nel corso degli anni sono stati portati avanti diversi esperimenti che hanno evidenziato come l’adozione delle pratiche educative tradizionali, come la lettura su carta e la scrittura a mano, permetta agli studenti di raggiungere risultati migliori rispetto a quelli ottenuti facendo ricorso agli strumenti digitali. Forse il più indicativo in questo senso è stato quello condotto nel 2016 presso l’Accademia militare americana di West Point, dove su un campione di 50 classi ad alcune sono stati forniti tablet e computer mentre ad altre nessuno strumento tecnologico. Agli esami di fine semestre gli studenti delle classi “analogiche” hanno ottenuto risultati del 20% migliori rispetto a quelli delle classi digitali.
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Andrea Cangini, promotore dell’Osservatorio Carta Penna & Digitale afferma: “Leggere e scrivere su supporti concreti sono attività molto più complesse rispetto ai loro corrispettivi digitali. Mentre scriviamo a mano o leggiamo su carta interagiscono tra loro il sistema nervoso, quello sensoriale e quello motorio e in questo modo raggiungiamo una migliore comprensione dei concetti e un maggiore sviluppo intellettivo.” Per raggiungere il suo massimo livello di sviluppo, però, il cervello umano ha bisogno di essere allenato quotidianamente e fin dalla più tenera età. Ecco che allora introdurre pratiche come la scrittura a mano e la lettura su libri cartacei nelle vite dei nostri bambini fin da piccoli rappresenta un toccasana per il loro futuro.
Barbara Franco, ideatrice e autrice di QUID+ dichiara: “Nell’era digitale, carta e penna rimangono strumenti essenziali per l’apprendimento. La scrittura manuale e la lettura cartacea non sono obsolete, ma cruciali per lo sviluppo cognitivo. Favoriscono concentrazione, comprensione profonda e organizzazione del pensiero. Le evidenze scientifiche confermano che le pratiche analogiche sono fondamentali per lo sviluppo delle competenze di base. Promuovere la tecnologia non significa abbandonare le tradizioni educative, ma integrarle con intelligenza. Il nostro obiettivo è garantire ai bambini gli strumenti migliori per il futuro: un futuro che si costruisce anche – e soprattutto – con carta e penna. Perché la scrittura manuale crea un legame intimo tra pensiero e segno: mentre la penna scorre sul foglio, il movimento stesso diventa un processo di elaborazione mentale, traducendo i pensieri in parole. Scrivere meglio significa pensare meglio”.
Per ulteriori approfondimenti potete scaricare lo studio completo su
https://www.osservatoriocartapennaedigitale.it/