Avete mai provato a spiegare cosa sia la delusione? O la soddisfazione?
Se tentate di dare una definizione alle emozioni, scoprirete che per alcune è piuttosto semplice, mentre per altre risulta decisamente più complicato. Questo dipende da ciò che avete vissuto e provato in prima persona.
Dare un nome alle emozioni aiuterà il nostro bambino a sviluppare la sua intelligenza emotiva: la capacità, cioè, di decifrare il proprio mondo interiore e quello altrui. Le nostre sensazioni e quello che percepiamo, infatti, sono il mezzo grazie al quale riusciamo a capire le persone con cui interagiamo. Sviluppare una buona percezione di sé significa avere un impatto positivo anche sulla comprensione delle emozioni e delle necessità altrui e influire positivamente sulla capacità di relazionarsi con gli altri.
Come possiamo aiutare il nostro bambino a leggere il suo mondo interiore?
Il primo passo dobbiamo farlo proprio noi. A chi non è capitato di pensare ‘magari i problemi fossero solo questi…’ vedendo il nostro piccolo triste o arrabbiato? È fondamentale, invece, imparare a rispettare le emozioni che prova, senza banalizzarle: non esistono emozioni giuste o sbagliate! Anche se a volte tendiamo a giudicarle esagerate o abbiamo difficoltà a interpretare il mondo interiore del nostro bambino, non vuol dire che non abbia una sua profondità. Dobbiamo essere ben consapevoli, anzi, che è ricco di sfumature. Rispettandole noi per primi, gli insegniamo che ogni emozione ha una sua dignità, che va ascoltata e non banalizzata.
È importante, poi, aiutarlo a dare un nome a ciascuna di esse, trasmettendogli un ricco vocabolario emotivo. Questo gli permetterà di avere piena consapevolezza di ciò che accade nel suo mondo interiore e di riuscire quindi a esprimere le sue idee, le sue opinioni e le sue emozioni più chiaramente e serenamente.
Spesso, quando il nostro bambino è giù di morale, gli diciamo: ‘non essere triste!’, lo facciamo perché vederlo scontento ci fa soffrire, cerchiamo istintivamente di proteggerlo. Non possiamo, però, evitare la nascita di un’emozione, e non è nemmeno giusto provarci! Possiamo, invece, insegnargli ad accogliere tutte quelle che incontra, facendogliele vivere nella loro interezza e aiutandolo a trovare il posto giusto per ognuna di esse. Se ad esempio il nostro bambino arriva da noi singhiozzando perché ha litigato con il suo amichetto e non vuole più giocare con lui, lo possiamo aiutare a calmarsi. Quando avrà ritrovato il suo equilibrio, è utile farlo ripensare a mente fredda a quanto è accaduto, rimettendo in ordine gli eventi che lo hanno fatto infuriare, dando un nome alle emozioni che ha provato lui – ma anche il suo amichetto. Questo serve per far sì che il nostro bambino individui la relazione fra l’emozione provata e l’evento che l’ha provocata: c’è sempre una ragione per quello che proviamo!
Sarete sorpresi di vedere come il piccolo apprenderà questi meccanismi velocemente e li interiorizzerà naturalmente, riuscendo ad acquisire una straordinaria consapevolezza di sé in poco tempo.
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